TRATTAMENTO dell’Artrosi attraverso INFILTRAZIONI CON ACIDO IALURONICO NELL’ANCA
Quando un paziente esperimenta dolore all’inguine, limitazione riduzione delle abilità deambulatorie, zoppia, ridotta elasticità dell’anca, con problemi alla vestizione, infilarsi le scarpe e calzini, sofferenza psicologica, calo del tono dell’umore per queste difficoltà, quasi sempre si tratta di un problema di ARTROSI DELL’ANCA, coxartrosi.
Il percorso diagnostico e decisionale sarà quello di valutare clinicamente la mobilità e con l’aiuto di una radiografia capire il grado di compromissione articolare, in modo di capire a che punto è il processo degenerativo.
Sebbene buona parte delle problematiche artrosiche dell’ Anca siano destinate a fare una chirurgia protesica quando sarà il momento, bisogna sapere che un programma fisioterapico è utile e necessario, soprattutto nei casi iniziali , l’uso di farmaci antinfiammatori (FANS) può essere d’aiuto, così come anche la terapia infiltrativa con l’acido jaluronico.
Quest’ultima va eseguita in pazienti con problematiche di dolore e difficoltà al cammino, e una valutazione del loro grado di compromissione articolare, il quale non deve essere eccessivamente grave (in quel caso la soluzione è purtroppo chirurgica) .
Il trattamento infiltrativo dell’Anca apporta diversi tipi e manifestazione di EFFICACIA, quali sono:
- Sollievo del dolore paragonabile o superiore ai trattamenti tradizionali
- Attenuazione dei sintomi
- Riduzione del dolore
- Miglioramento della funzionalità articolare e dei movimenti
- Riduzione significativa nei punteggi di Lequesne, WOMAC e Vas rilavata a 1, 3 e 6 mesi
- Riduzione del dolore dopo 4 settimane, massima efficacia dopo 8 settimane
- Con A.I. (acido Jaluronico) lineare con peso molecolare > 1.500 kDa 60mg/ 4 ml benefici della sintomatologia e funzionali per un periodo fino a 6 mesi dal trattamento , con miglioramento della risposta WOMAC
- In pazienti con coxartrosi stadio II – III K-L Con A.I. cross – linked benefici e miglioramento indice WOMAC ancora evidenti dopo 9 mesi
- Riduzione assunzione di FANS
EVENTI AVVERSI, SONO ESTREMAMENTE RARI.
Inoltre il trattamento infiltrativo diventa un fattore per il quale la necessità di ricorre alla protesizzazione viene ritardato.
- In 400 pazienti studiati ritardo di 24 mesi in oltre 80% dei trattati
- Più è basso lo stadio di K –L all’inizio del trattamento , maggiore è il ritardo del tempo di protesizzazione
- diminuzione dei rischi associati alle procedure operatorie: infezioni, embolia polmonare, anemizzazione, trombosi, complicanze vascolari e nervose, aumento della mortalità