La primavera e l'estate sono arrivate e gli appassionati delle racchette hanno ripreso gli allenamenti tennistici , la pratica del dritto e rovescio, con impegno e animosità competitiva verso gli avversari che devono sentire la forza delle bordate e la velocità in battuta, tutto bene si, ottimo , fino al momento in cui nell'eseguire il gesto plastico si avverte una fitta o si percepisce un "click", poi sopraggiunge il dolore.
Dolore al movimento dell'avambraccio, dolore a girare la mano, dolore a riposo e soprattutto... dolore vivo alla palpazione in un particolare punto del gomito. logicamente il disturbo sembra andare via con la pomata e il riposo, ma si era solo nascosto, e ricompare immancabilmente al primo sforzo di imbracciare con forza la racchetta.
Questa è la storia naturale dell'epicondilite laterale, vale a dire il punto nel quale il tendine comune degli estensori del polso s'inserisce nel segmento osseo dell'omero, questa zona diventa il punto di infiammazione e da qui si diffonde il dolore sia in alto verso il braccio come in basso sul avambraccio verso il polso.
La diagnosi è di solito clinica: la zona inserzionale è tumida e molto dolente, i test funzionali mostrano la compromissione del gesto e della forza, a questo si può aggiungere un'ecografia locale, la quale documenta alterazioni ne tessuto entesico e tendineo, oltre a mostrare il grado di reazione flogistica acuta mediante l'uso del power doppler. Volendo una RM potrebbe essere indicata, magari in un secondo momento.
Possiamo dire che per l'epicondilite serve un complesso e articolato programma terapeutico che consiste in:
- riposo relativo dalle attività gravose per arto e gomito- polso
- uso di un tutore di contenimento specifico per epicondilite
- impacchi di ghiaccio e antinfiammatori locali (crema gel fitoterapica o a base di fans topici)
- qualche seduta di laser terapia e farmacoforesi (una metodica elettromagnetica per veicolare un farmaco sui tessuti)
- valutazione ecografica -fisiatrica per accertare lo stato dei tessuti
- trattamento infiltrativo antalgico locale, needling e scarificazioni entesiche
- trattamento infiltrativo con ac Jaluronico a basso peso molecolare o con altri prodotti proloterapici
- trattamento con concentrato piastrinico autologo (PRP)- solo in casi selezionati.
- ev abbinamento con onde d'urto focali
- successivo trattamento fisioterapico per trattamento manuale, recupero del gesto, mobilità e forza segmentaria
- programma di esercizi per mantenimento autogestito